martedì 5 gennaio 2016

Cruijff, quando nel 1976 la Juventus arrivò a un passo dal suo ingaggio

"SPORT IN TV", IL LIBRO DI PINO FRISOLI E MASSIMO DE LUCA.






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Johan Cruijff è stato uno dei più grandi giocatori nella storia del calcio, ma purtroppo nel periodo del suo massimo splendore le frontiere in Italia erano chiuse ai calciatori stranieri e così non c'è stata la possibilità di vederlo giocare nel nostro campionato. In tutta la sua carriera solo una volta ebbe occasione di giocare con la maglia di un club italiano. Accadde il 16 giugno 1981 quando vestì la maglia del Milan nella prima edizione del Mundialito per club
organizzato da Canale 5. Giocò solo i primi 45 minuti contro il Feyenoord in una delle più brutte esibizioni che si ricordi nella carriera del fuoriclasse olandese. Ma nel 1976 Cruijff arrivò davvero a un passo dal giocare in Italia, nella Juventus. Vediamo cosa accadde e perchè non se fece niente.
Il 20 gennaio 1976 i giornali italiani danno notizia di un viaggio a Barcellona di Giampiero Boniperti e Pietro Giuliano, rispettivamente presidente e direttore generale della Juventus. Obiettivo segreto, ma si sa che nel Barcellona giocano Cruijff e Neeskens, le due stelle del calcio olandese andate in Spagna a conquistare gloria e soldi e che vengono considerati pronti per l'Italia visto che viene data per imminente la riapertura delle frontiere per i
calciatori stranieri, chiuse dal 1964, blocco poi ribadito dopo i Mondiali d'Inghilterra del 1966 a causa dell'eliminazione al primo turno per causa della Corea del Nord. Boniperti e Giuliano devono ammettere ai giornalisti che la loro destinazione è una località a pochi chilometri da Barcellona e guarda caso Cruijff e Neeskens risiedono ad Aiguafreda, località a mezz'ora d'auto da Barcellona e proprio nel giorno del viaggio dei due dirigenti juventini sono nel loro giorno di riposo, disponibili dunque anche per eventuali "incontri di lavoro". Cruijff risulta irreperibile anche per i dirigenti del Barcellona che comunicano di non sapere nulla di eventuali trattative. Si sa solo che il fuoriclasse è impegnato per girare le ultime scene del film di Sandro Ciotti, giunto a Barcellona con lo stesso aereo, "Cruijff, profeta del gol" a lui dedicato. Gli amici del campione escludono la possibilità di un trasferimento di Cruijff in Italia: in Spagna guadagna benissimo, si sente un re e si dice che la prospettiva di saggiare la pesantezza del gioco italiano non lo attiri per niente. Queste considerazioni possono dunque far pensare che l'obiettivo di Boniperti e della Juventus sia Neeskens, che con il suo dinamismo e la sua potenza atletica potrebbe dare notevole peso al centrocampo dei bianconeri e che sarebbe anche più attirato dagli ingaggi italiani per causa di alcuni debiti capitatigli in Olanda a causa di qualche affare andato a male. In realtà l'obiettivo è proprio Cruijff, già opzionato dalla Juventus quando giocava nell'Ajax e il cui contratto scade a fine stagione. L'asso olandese, definito il "Pelè bianco" per il suo scatto felino e per le invenzioni che lo avvicinano al fuoriclasse brasiliano, nel 1976 compirà 29 anni il 25 aprile e dunque è nel pieno della sua carriera. Verrà in Italia? Giocherà nella Juventus? E' la domanda che si fanno i giornali italiani. Boniperti e Giuliano tacciono, i tifosi sperano. Molto dipende dalla caduta del veto sui giocatori stranieri. C'è da ricordare che Cruijff costerebbe comunque meno di Beppe Savoldi, definito "mister due miliardi" per la cifra pagata dal Napoli per acquistarlo dal Bologna nell'estate del 1975. Il dibattito sull'opportunità o meno di riaprire le frontiere è aperto, di certo i tifosi sarebbero ben contenti. Tra i favorevoli, anche l'Associazione calciatori, e questo sarebbe un grosso ostacolo che cade. Contrario invece Artemio Franchi,
presidente della Federcalcio oltre che dell'Uefa. Scrive "Stampa sera" del 21 gennaio 1975: "Noi siamo favorevoli da anni: un buon calciatore straniero (tra l'altro costa meno di uno mediocre italiano) non è denaro sprecato, non offende il prestigio del nostro calcio, è attrazione per lo spettacolo. E, magari, ci insegna anche qualcosa". Sempre lo stesso giornale chiede ai 16 club di Serie A di indicare chi è favorevole e chi no allo straniero. Favorevoli sono Juventus, Inter, Milan, Verona, Sampdoria, Napoli, Como, Bologna. Contrari sono Torino, Cagliari, Fiorentina, Lazio, Roma, Ascoli, Perugia, Cesena. Dunque una perfetta parità tra pro e contro. Da notare, tra i favorevoli, anche la presenza di club provinciali come Verona e Como e tra i contrari grandi squadre come Torino, Fiorentina, Lazio e Roma. Molto discutibili le motivazioni dei contrari, che possiamo definire retrograde anche perchè, non va dimenticato, si parlava di aprire le frontiere a un solo giocatore per squadra. Quindi in campo 10 giocatori italiani e un solo straniero. Torino e Fiorentina giustificano la contrarietà con la motivazione che andrebbero favoriti i vivai con la conseguente valorizzazione dei calciatori italiani. Nel caso del Torino, che nel 1975/76 vincerà lo Scudetto, aprire agli stranieri
significherebbe dare la possibilità di rinforzarsi ai concorrenti. Noi però ci chiediamo dove sarebbe potuto arrivare quel Torino, non solo in Italia, anche in Europa, se ci fosse stato uno straniero di livello accanto a giocatori come Zaccarelli, Pecci, Claudio Sala, Pulici e Graziani, solo per fare qualche nome. Sorprende in positivo l'apertura del Como, che si dichiara favorevole anche a uno straniero per squadra in Serie B. Discutibile anche la netta contrarietà di Lazio e Roma, secondo le quali acquistare un giocatore tesserato da federazione straniera significherebbe inviare capitali all'estero mentre l'Italia attraversa un grave periodo di crisi economica. In realtà il peso della spesa per l'acquisto di calciatori stranieri sarebbe irrisoria nel bilancio delle importazioni italiane, mentre in tutti questi anni di blocco delle frontiere i prezzi dei calciatori italiani sono cresciuti a dismisura ridicolizzando l'immagine del calcio italiano all'estero per via dei prezzi assolutamente fuori mercato per qualunque club straniero che, se avesse voluto, non avrebbe comunque potuto permettersi di acquistare un calciatore italiano.
Intanto in Spagna i quotidiani sportivi danno notizia del viaggio di Boniperti in Spagna e della possibile partenza di Cruijff. Il campione olandese si concede invece ai giornalisti italiani per una lunga intervista. In questa sede pubblichiamo quanto è stato pubblicato da Antonio Tavarozzi per "La Stampa" del 22 gennaio 1976 a pagina 16.

"Ogni tanto ritornano certe ipotesi, certe voci intorno al mio nome. Mi fanno piacere ma non posso confermare niente. La Juventus è una società di enorme prestigio, molto ben organizzata, una squadra forte nel passato e nel presente".
A Torino i tifosi l'aspettano: lei sarebbe contento di giocare in Italia?
"E' una domanda prematura, perchè adesso come adesso io non potrei mai venire a giocare da voi. Posso dire però che come calciatore, in linea teorica, m'interessa molto la prospettiva di fare un'esperienza nel campionato italiano. M'interessa dal punto di vista sportivo e anche umano, perchè a me piace trovarmi in paesi nuovi, in mezzo a gente nuova. Sarebbe una esperienza davvero affascinante".
Dice qualcuno, in Italia, che lei è già sazio di gloria e di denaro, che forse non ha più tanta voglia d'incassare tanti colpi ogni domenica. in Italia poi...
"La gente può dire quello che vuole. Ma non è così, a me piace giocare al calcio, sempre, e sono abituato ai contrasti duri su tutti i campi del mondo. E poi mi sembra che il football italiano stia cambiando, che non si pensi più alla difesa soltanto per stroncare il gioco".
Lei è molto famoso, molto ricco: che importanza ha il denaro nella sua vita?
"E' una cosa che conta, perchè tutti sapete che il calciatore ha una vita corta dal punto vista professionale e ogni anno deve preoccuparsi se potrà ancora giocare e guadagnare soldi l'anno dopo, ogni giorno deve preoccuparsi per il pericolo di un infortunio. E' una cosa importante, sempre, ma non tutto".
Parla uno spagnolo molto sciolto, molto ricco di vocaboli, a buon ritmo. Credo che imparerebbe l'italiano in poche settimane. Quando scadrà il suo contratto con il Barcellona, il 30 giugno - gli chiediamo -lei si troverà davanti a tre possibilità: rinnovarlo e restare in Spagna, oppure tornarsene in Olanda o accettare le offerte italiane. Adesso cosa sceglierebbe?
"Non so rispondere, tutte e tre le soluzioni hanno molti lati positivi. Qui sto benissimo, sono alla terza stagione con il Barcellona e non ho proprio motivi per lamentarmi; in Olanda tornerei volentieri, se non altro per abitare un po' nella mia nuova villa, in campagna, a pochi chilometri da Amsterdam perchè quella casa ho cominciato a farla costruire quattro anni fa e non ho quasi mai messo piede; l'Italia mi attira, la Juventus mi attira, come ho detto prima.
Ma è presto per parlarne. Deciderò a fine aprile, non prima".
Ha già stabilito quando smetterà di giocare?
"Ho quasi 29 anni, li compirò il 25 aprile. E ho intenzione di disputare ancora due stagioni e mezzo ad alto livello".
E quando avrà smesso con il calcio le interesserebbe, per esempio, un'attività di rappresentanza in campo automobilistico come quella che hanno avviato altri campioni dello sport? Cruyff è troppo furbo per non capire il significato particolare della domanda. Risponde subito: "Sì, certo, mi piacerebbe, perchè no? Le auto hanno sempre avuto un certo fascino per me, io guido volentieri, molto volentieri". Però aggiunge, ridendo: "Ma per cominciare un lavoro di quel tipo non c'è mica bisogno di far riaprire apposta le frontiere per i calciatori?".
In Italia aspettano di vederla sul campo; ma presto la vedranno sullo schermo nel film girato dal radiocronista Sandro Ciotti. Lei sarà presente il giorno dell'anteprima?
"Spero di sì, mi rendo conto facilmente che la mia presenza servirebbe per una presentazione pubblicitaria della pellicola. Non so se si farà a Roma o a Torino, questo lo decide il produttore. Mi hanno anche detto che sarebbe meglio se, in quella occasione, io potessi giocare una gara amichevole contro una squadra italiana. E' una bella idea, bisognerebbe scegliere bene la data.Io dovrei venire in Italia con tutti i miei compagni del Barcellona, un mercoledì.
Il film dovrebbe essere pronto a metà marzo, è praticamente finito".
Già, le ultime scene le ha girate lunedì sera con Ciotti.
"Lunedì? No, niente scene lunedì. Con Ciotti ho solo chiacchierato".
Già, lei era nella sua casa di Aiguafreda...
"Aiguafreda? No, io ero a Barcellona".
E' l'ora dell'allenamento, l'intervista è finita, Cruyff va in campo, poi esce dagli spogliatoi e scompare. I giornalisti di Barcellona, spagnoli e olandesi, lo hanno cercato invano per tutto il pomeriggio. Irreperibile. Johan ha fatto una graditissima cortesia alla stampa italiana. E' stata una scelta? Boniperti lo spera.


Nei giorni successivi, Cruijff confermerà l'interesse della Juventus nei suoi confronti in un'intervista rilasciata a Theo Stols, giornalista della televisione olandese e di un quotidiano di Amsterdam precisando però che i rapporti con la Juventus non significavano che non avrebbe potuto avere luogo un rinnovo del contratto che lo legava al Barcellona fino al 30 giugno 1976. L'olandese che poi annuncerà che a fine stagione avrebbe lasciato il Barcellona, rinnoverà poi per altri due anni il contratto con il club spagnolo.
Dopo l'intervista a Cruijff i giornali cominciano a fare i nomi di chi altro potrebbe arrivare in Italia. Grandi nomi che farebbero sognare i tifosi. Tutti o quasi i club, anche quelli che si dicono contrari, già si sarebbero mossi. Per il Torino non si fanno nomi, ma si dice che sarebbe già pronto qualche campione dalla Germania; per l'Inter si parla del polacco Lato, che avrebbe già dato una risposta entusiastica. Poi il tedesco Heynckes al Milan, il brasiliano Rivelino al Napoli, l'olandese Van der Kuijlen al Bologna e un brasiliano non meglio identificato per la Fiorentina. Quanto alla Juventus, se dovesse saltare Cruijff, Boniperti avrebbe già pronto un viaggio in Germania e Inghilterra. Purtroppo, nella riunione del 14 febbraio 1976, il Consiglio Federale della Federcalcio ribadirà la chiusura delle frontiere per giocatori e tecnici provenienti da federazioni estere anche per il 1976/77. "Il C.F., accettando le decisioni della maggioranza dei presidenti delle società di A e di B, ha deliberato di confermare il veto sul tesseramento dei giocatori anche per la prossima stagione. Per i tecnici si deciderà più avanti". Nei giorni successivi sarà l'Avvocato Gianni Agnelli, presidente onorario della Juventus, a confermare che Boniperti e Giuliano erano andati a Barcellona proprio per prenotare Cruijff nel caso in cui la Federcalcio avesse deciso di riaprire le frontiere ai calciatori stranieri. Gli appassionati di calcio italiani potranno ammirare Cruijff solo al cinema nel film di Sandro Ciotti prodotto dalla Titanus "Cruijff, profeta del gol", proiettato in anteprima mondiale martedì 6 aprile 1976 al Teatro Nuovo di Torino. Per la riapertura delle frontiere ai calciatori stranieri bisognerà attendere fino alla stagione 1980/81 con un solo straniero per squadra e solo in Serie A, per gli allenatori si dovrà aspettare fino al 1984/85 con l'ingaggio delle svedese Sven Goran Eriksson da parte della Roma. Un periodo, quello della chiusura delle frontiere agli stranieri, che provocò una pesante caduta del livello tecnico della Serie A italiana e dunque da ricordare non certo tra i migliori del nostro calcio.

BIBLIOGRAFIA
Massimo De Luca, Pino Frisoli, "Sport in Tv", paragrafo "Il Mundialito di Berlusconi e la censura Rai", Rai Eri, Roma 2010
Antonio Tavarozzi, "Juve vuole Cruyff o Neeskens. Incontro segreto con Boniperti?", Stampa sera, 20 gennaio 1976
"Come e quando tornerà lo straniero", Stampa sera, 20 gennaio 1976
Bruno Bernardi, "Cruyff già prenotato?", La Stampa, 21 gennaio 1976
"Avanti lo straniero", Stampa sera, 21 gennaio 1976
"Molti no qualche ni ma alla fine saranno d'accordo per farlo tornare in Italia", Stampa sera, 21 gennaio 1976
Antonio Tavarozzi, "Cruyff: "La Juve mi attira", La Stampa, 22 gennaio 1976
Beppe Bracco, "Uno straniero (verrà dalla Germania?) anche nel programma del Torino", Stampa sera, 22 gennaio 1976
"L'Inter punta su Lato. Boniperti sul mercato anglo-tedesco", Stampa sera, 22 gennaio 1976
Giovanni Arpino, "Ma quale straniero?", La Stampa, 23 gennaio 1976
Franco Costa, "Cruyff conferma contatti con la Juve", La Stampa, 25 gennaio 1976
"Cruyff ha deciso, lascia Barcellona", La Stampa, 14 febbraio 1976
Giulio Accatino, "Stranieri, il veto continua. Decise altre amichevoli", La Stampa, 15 febbraio 1976
"Agnelli: vorrei Pulici e Graziani", La Stampa, 27 febbraio 1976
C.M., "Da calciatore a divo del cinema", Stampa sera, 5 aprile 1976
"Contratto rinnovato a Cruyff. I tifosi hanno "preferito" lui", La Stampa, 6 aprile 1976

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Prefazione (Massimo De Luca)
Introduzione

Gli anni del bianco e nero

Prima della televisione
Gli inizi
Il Bologna, prima squadra di calcio italiana ospite in Tv
Carosio, nascita di una leggenda (Massimo De Luca)
Juventus-Milan, la prima partita in Tv
Telecronisti: dai Maestri agli urlatori (Massimo De Luca)
Nasce "La Domenica Sportiva"
Le mille vite della "Domenica Sportiva" (Massimo De Luca)
Italia-Cecoslovacchia, l'Eurovisione e i Mondiali
Calcio in Tv, prime polemiche
Milano-Sanremo, ultimi 300 metri in diretta
Gronchi in ritardo a Monza
I primi anticipi televisivi
Cortina e la caduta di Caroli
Italia-Brasile, la Tv sportiva entra nei cinema
Il Tour de France finalmente in eurovisione
Norrkoeping-Fiorentina, prima diretta Rai di coppe europee
La sintesi della domenica e la nascita di "Tutto il calcio minuto per minuto"
L'Olimpiade di Roma
Il "Processo alla tappa"
Il "Processo alla tappa": un'epopea firmata Zavoli (Massimo De Luca)
Finalmente la mondovisione
Lazio-Juventus, la prima polemica della moviola
Italia-Cipro, arriva il replay
Italia-Bulgaria, il primo sciopero "azzurro" della Rai
Benvenuti-Rodriguez, una diretta molto costosa
Carosio e il guardalinee etiope
La vera storia di Carosio e del guardalinee etiope (Massimo De Luca)
Arriva "90° minuto"

Dal colore alla fine del monopolio

Arriva il colore, ma solo all'estero
Inter-Borussia Moenchengladbach, ci guadagna anche il Bologna
Babelis, la Tv del Rimini
Monaco '72, l'illusione del colore
La partita a telecamere fisse
La Tv svizzera italiana, prima alternativa alla Rai
Capodistria, la prima Tv tematica sportiva
Telemontecarlo, da "Puntosport" a "Galagoal"
Il ministro Togni vieta i Mondiali a colori
Il maxischermo del Palalido
Majorca e le prime imprecazioni in diretta Tv
La domenica del silenzio e la telecronaca quasi muta
"Tutto il calcio minuto per minuto" approda in Tv
Montreal 1976, torna il colore
Italia-Inghilterra e la diretta negata
Vietato giocare di notte in novembre (Massimo De Luca)
Finale Coppa Davis, il no alla telecronaca del Tg2
Coppa Davis 1976, un'emozione rovinata (Massimo De Luca)
Genoa-Torino, anche il campionato è a colori
"Diretta sport", i gol nell'intervallo
"Eurogol", rassegna dei gol delle coppe europee
Perletto, l'uomo che vinse due volte
La replica di Italia-Germania Ovest 4-3 lancia la Rete Tre
Lo sport delle Tv locali
Arriva "Il processo del lunedì"
Inter-Real Madrid, niente diretta per rispetto del pubblico pagante

Molte Tv, molto sport

Mundialito in Uruguay: fine del monopolio Rai
Assalto ai diritti del campionato
Il Mundialito di Berlusconi e la censura Rai
Canale 5 prende i diritti delle coppe e ci prova con l'Olimpiade
Italia-Germania Ovest 3-1, record assoluto di telespettatori
"Tuttocoppe minuto per minuto" arriva in Tv
Coppa Intercontinentale, diretta solo in Lombardia
"Tutto il calcio minuto per minuto", la Tv entra in studio
Il debito del calcio verso la radio (Massimo De Luca)
Real Madrid-Napoli tra Berlusconi, Odeon e Rai
Tomba irrompe a Sanremo
Jugoslavia-Italia, la prima telecronaca muta
Milan-Steaua, la Rai salva la diretta dallo sciopero
Con la Gialappa's Band si ride del calcio
Anche Berlusconi ha la diretta
Scozia-Italia tra Rai e Tele+
Il Giro d'Italia lascia la Rai
"Operazione Entebbe". Nasce il Giro d'Italia 1 (Massimo De Luca)
Il campionato va sulla pay Tv
"Quelli che il calcio...", da Fazio alla Ventura
Ungheria-Italia, la Nazionale solo su Canale 5
Arriva anche la pay-per-view
La Rai si riprende la Serie A
Mediaset e il campionato: incontrarsi e dirsi addio (Massimo De Luca)
La Serie A sulla Tv svizzera italiana, ma solo per due partite
Mondiali e Olimpiadi tra Rai e Sky

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Clicca per vedere il video della presentazione di Massimo De Luca del libro "Sport in Tv" a "Quelli che il calcio".

Italia-Israele, Messico 1970: sono passati 40 anni.

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Leggi la recensione di Aldo Grasso sul "Corriere della sera".
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